L’illuminazione idonea all’ambiente interessato (comfort visivo) contribuisce per il miglior benessere, ed è complementare al comfort termico ed acustico, negli ambienti interni ed esterni in cui le persone devono svolgere i diversi compiti.
L’illuminazione, che sia essa artificiale o naturale, è responsabile del comfort visivo dal quale dipende la sensazione di malessere generale e di stanchezza agli occhi, sia in ambienti di relax e vita quotidiana e sia nei luoghi di lavoro.
L’illuminazione nei vari ambienti deve svolgere principalmente tre funzioni:
- Sicurezza: deve consentire lo svolgimento dell’attività ed il movimento in condizioni di massima sicurezza;
- Prestazione: deve consentire lo svolgimento del compito visivo in condizioni ottimali;
- Comfort: deve garantire un ambiente interno confortevole.
La progettazione di un qualsiasi impianto destinato all’illuminazione degli spazzi che interessano le persone deve prevedere adeguati livelli di comfort visivo considerando i fattori quali:
- La collocazione, l’orientamento, la destinazione e le dimensioni dell’edificio o dell’area esterna da illuminare;
- La posizione e la superficie delle finestre e delle vetrate negli edifici che concorrono all’illuminazione interna;
- Le possibili riflessioni e gli abbagliamenti;
- La previsione di schermature.
Da tenere presente sempre che la luce naturale è sempre la migliore perché riproduce i colori in maniera fedele, giova al benessere psicofisico delle persone e soprattutto perché è gratuita.
L’illuminazione naturale è una risorsa significativa per la progettazione e la realizzazione di edifici energeticamente sostenibili, infatti un’adeguata illuminazione diurna ben integrata con la luce artificiale può contribuire in maniera sensibile al risparmio energetico negli edifici.
In ogni caso, comunque, per gli ambienti interni bisogna valutare che la luce naturale particolarmente elevata può creare svantaggi dal punto di vista climatico, in particolare può causare un incremento dei carichi frigoriferi per la climatizzazione, sia negli ambienti destinati all’uso umano e sia negli ambienti che ospitano impianti confinati climatizzati. In questi casi la previsione di schermature per l’irraggiamento nel periodo estivo risulta necessaria per l’ottimizzazione del progetto.
Volendo fare una sintesi generica, si può affermare che il comfort visivo dipende da:
- Un buon livello di illuminamento;
- Un buon livello di abbagliamento.
L’illuminamento, in fotometria, è una grandezza definita dal risultato del rapporto tra il flusso luminoso (lumen) che emette la sorgente luminosa e la superficie dell’oggetto illuminato, quindi il calcolo del livello fa riferimento all’oggetto o superficie illuminata e non alla sorgente luminosa.
Va da sé, che l’illuminamento massimo si ottiene con l’oggetto o della superficie illuminata in posizione perpendicolare al flusso luminoso, ed è praticamente nullo quanto è in posizione parallela al flusso.
L’unità di misura dell’illuminamento è il lux, che corrisponde all’illuminamento prodotto su una superficie perpendicolare al flusso luminoso (raggi) prodotto da una sorgente posta a 1 metro di distanza e che abbia l’intensità luminosa di una candela.
In genere i valori di illuminamento si considerano in corrispondenza di piani di riferimento, dove il piano di riferimento può essere quello corrispondente all’altezza di 90 cm, può valere per un ambiente in cui si posiziona un piano di lavoro e per quanto riguarda le zone di transito o passaggio quali ingressi, disimpegni, corridoi e simili.
Per agevolare gli addetti ai lavori nel calcolo dell’illuminamento da considerare nelle varie esecuzioni impiantistiche, CNA SI ha reso disponibile delle Tabelle indicative dei valori di illuminamento e un più specifico Manuale illuminotecnico pratico (ZUMTOBEL), che fanno riferimento al tipo si ambiente e alla destinazione d’uso dello stesso.
A cura di Salvatore Puglia – Direttore di CNA SI